Comune di Arconate

Sito istituzionale del Comune di Arconate

Chiesa Parrochiale Sant'Eusebio

L'attuale chiesa parrocchiale (1901-1904) è stata costruita sullo stesso sedime della precedente, risalente al sec. XVI, la cui entrata era rivolta verso contrada Sant'Eusebio (ex via Cavour). Anche il vecchio campanile in cotto, ancora più antico della chiesa demolita, è stato abbattuto nel 1968.
All'interno della chiesa sono presenti quadri di notevole interesse, tra i quali: "Battesimo di Cristo", "San Carlo", "Santa Teresa d'Avila", "Sant'Antonio da Padova". Tali dipinti erano le pale d'altare delle cappelle dedicate ai santi nell'antica chiesa, ad eccezione del "Battesimo di Gesù" che si trovava nel battistero. Alquanto interessanti anche gli affreschi nell'attuale sacrestia - corrispondente all'abside della vecchia chiesa -, sulla cui parete di fondo troviamo la Madonna con Bambino tra i Santi Ambrogio ed Eusebio. Sopra l'affresco, nella lunetta, sono raffigurati due putti con strumenti musicali: sullo spartito si legge la data 1582. Bellissima anche la volta completamente affrescata.

Palazzo Arconati

Era una delle residenze nobiliari di campagna della famiglia Arconati.
La costruzione risale al XV sec. con rimaneggiamenti all'interno datati 1792 (data riportata su un camino tuttora esistente) effettuati dalla marchesa Henriette Scockart di Tirimont, moglie di Galeazzo Arconati. Di notevole interesse e prestigio il portico interno risalente alla prima metà del '400.
Interessanti i resti di due meridiane poste sul lato sud e ovest del palazzo. Gli ultimi nobili che hanno vissuto nel palazzo sono stati Giuseppe Arconati con la moglie Costanza Trotti e il figlio Giammartino, i cui resti sono tumulati nella Cappella Arconati del nostro cimitero.
Dai registri parrocchiali risulta che anche Henriette Scockart è sepolta ad Arconate nel vecchio cimitero adiacente alla chiesa.

Portale e Viale della Marcheda

Incerta la data di costruzione di quello che un tempo era l'ingresso alla casa dei marchesi Arconati; i due pilastri, alti quattro metri e di forma quadrata con lati di 80 centimetri, sono l'unica testimonianza del grande portale di nove metri che dal giardino del palazzo immetteva nel Viale, dritto e lungo quasi due chilometri, che raggiungeva a ovest la strada tra Inveruno e Buscate.
Il largo viale, costeggiato da filari di pioppi, era utilizzato dai nobili Arconati, e soprattutto dalla Marchesa, per recarsi in carrozza da Milano al fresco dei boschi di Arconate: ecco perchè viene ancora oggi ricordato come il "viale della marchesa".

Cappella di Sant'Antoni Abate

La cappella è stata costruita agli inizi degli anni '20 del Novecento, in sostituzione di quella fatta edificare da Elena Arconati nel 1568 e abbattuta per far posto a un edificio; la popolazione si era invano opposta alla demolizione. Successivamente venne edificata la cappellina che ancora oggi ammiriamo, oggetto di grande devozione soprattutto il 17 gennaio di ogni anno, quando ricorre la festa di Sant'Antonio Abate.

Canale Villoresi

La realizzazione del canale Villoresi diede un forte impulso all'economia agricola dei paesi lungo il suo tracciato. Eugenio Villoresi, nato a Monza nel 1810, ingegnere agrario come il fratello Filippo che abitava ad Arconate, ideò e progettò il canale che attraversa la pianura a nord di Milano da ovest a est, tra il Ticino e l'Adda, dove sfocia nel territorio di Groppello d'Adda. La costruzione iniziò nel 1881, con l'opera di presa in località Panperduto, a sud-ovest di Somma Lombardo, per terminare nel 1891 con l'inaugurazione ufficiale. Lungo 86 Km, con 120 bocchette di derivazione, 130 km di rete secondaria e 1400 diramazioni minori, il canale irriga una superficie di 85.000 ettari. Eugenio Villoresi dedicò al canale un lavoro di studio immane e approfondito, coadiuvato dal nipote ingegnere Luigi Meraviglia, ma non ebbe il tempo di veder compiuta la sua fatica: morì infatti nel 1879.

Angelus e Gelso

Realizzato nel 2008 dal maestro Marco Del Corso, il monumento in bronzo ripropone il quadro "L'Angelus" del pittore Jean François Millet, dipinto nel 1858-59.
L'opera rappresenta il mondo contadino nella sua straordinaria semplicità: l'uomo e la donna che nei campi si fermano al rintocco delle campane per una preghiera di ringraziamento.

Il monumento è collocato ai piedi del gelso, rarissimo esemplare di quello che un tempo era un vero tesoro per il territorio e l'economia del paese, in quanto le loro foglie erano l'alimento principale per l'allevamento del baco da seta.
A inizio Ottocento venne fatto un vero e proprio censimento, paese per paese, del numero di gelsi presenti, talmente importanti nell'economia del contado che persino il generale francese Giulaj, nel 1859, durante le guerre risorgimentali, raccomandò ai suoi soldati di rispettare i gelsi nel corso delle battaglie

Il Lazzaretto

Eretto nel 1851, per volontà dell'allora Parroco don Pietro Marinoni, a ricordo dei morti di peste dei secoli XVI e XVII.
Originariamente era ubicato in un appezzamento di terreno più interno e meta fissa delle "rogazioni"" (processioni periodiche propiziatorie proprie del mondo contadino).
Dal registro dei morti della Parrocchia di Arconate, nell'anno 1630, risulta che il primo morto di peste fu Melchiorre Morano, figlio di Tommaso, di anni 18, seguito da tutti gli altri membri della famiglia.
Dal documento si deduce che gli appestati venivano confinati fuori dal centro abitato: "no sono amministrati altri sacramenti per essere stati fuori alle capane".
Il prete annota che non venivano impartiti altri Sacramenti a eccezione della Penitenza, proprio perchè i malati venivano isolati nel luogo chiamato Lazzaretto.

San Carlo

All'angolo di levante e tramontana di detta casa di abitazione, e al di là della ivi esistente strada comunale vi è cappelletta cinta di muro e davanti portichetto con parapetto di cotto in due colonne di vivo. Resta questa situata sul fondo Arconati, ma si mantiene della Casa Taverna proprietaria" (dai documenti di Palazzo Taverna).
La cappella è stata demolita nei primi anni '50, per provvedere all'ampliamento della piazzetta in occasione della costruzione del Municipio; piazzetta denominata prima Piazza della Repubblica e poi, nel 1955, Piazza san Carlo.
Al posto della cappelletta fu costruita una stele in marmo rosa, opera dello scultore Cornelio Turelli di Milano.

Portale Casa Busca

Portale del giardino di casa Busca, unico elemento architettonico rimasto, che immetteva nel grandioso parco e raggiungeva Palazzo de Capitaneis (via Roma angolo via Giolitti).
La famiglia Busca compare ad Arconate con il marchese Lodovico (1690-1765), marito di Bianca Arconati, il cui padre, Luigi Maria, era nipote di Anna de Capitaneis, figlia di Ercole.
Il portale è in una proprietà privata e parzialmente visibile da via Turati.

Palazzo Taverna

Costruito da Carlo de Capitaneis, nipote di Ercole, nella prima metà del '600, entra per via ereditaria tra i beni della famiglia Taverna, a cui appartenne fino al 1873, quando fu acquistato da Filippo Villoresi, la cui famiglia ne fu proprietaria fino alla seconda metà del '900.
Sul retro della casa si estendeva un parco-giardino che arrivava fino all'attuale vicolo Goldoni. Di notevole interesse architettonico è il loggiato superiore. Al piano inferiore si può ammirare il portico a 5 arcate e 4 colonne e uno scalone che conduce al piano superiore.
Nell'edificio accanto, ora di proprietà privata, si trovavano la casa del fattore e i rustici con i pozzi, la ghiacciaia e il torchio.
Attualmente è sede del Municipio, via Roma.

Pala Arconati

La Pala lignea, raffigurante la Madonna con Bambino, è datata 1536 ed è di autore ignoto ma viene attribuita alla scuola di Bernardino Luini.
Il dipinto rappresenta la Madonna che tiene il Bambino Gesù in grembo con alle spalle due angeli e un paesaggio di basse colline sullo sfondo.
Un tempo collocata all'interno della Cappella cimiteriale della famiglia Arconati, è oggi conservata a Palazzo Taverna, sede del Municipio, via Roma.

Busti Arconati

Busti della famiglia Arconati: Costanza Trotti Bentivoglio, Giuseppe Arconati e Giammartino Arconati, scolpiti e firmati posteriormente dall'autore Enrico Braga nel 1877.
Originariamente erano collocati nella relativa cappella del cimitero, mentre attualmente sono in una sala del piano terra di Palazzo Taverna, via Roma.

Palazzo Villoresi

Costruzione rurale edificata nel '700 come pertinenza di Palazzo Taverna. La parte più antica della casa era intestata ad Antonio Malatesta.
Nel 1858 è annoverata tra le proprietà di mons. Stanislao Taverna, mentre a fine secolo ospita gli uffici comunali e la scuola elementare.
Rimaneggiata nel 1987-88, si trova in via Roma angolo via Dante.

Palazzo De' Capitaneis

Costruita da Ercole de Capitaneis, nobile milanese, imprenditore e mercante di seta operante in Norimberga morto nel 1602.
Caratteristico il sottogronda, rimane visibile solo una piccola parte, mentre è tuttora conservato lo scalone di accesso ai piani superiori che, in maniera insolita, sporge sulla strada (via Giolitti).
La residenza aveva un magnifico giardino, indicato con grande rilievo sulle mappe dell'epoca e di cui resta solamente un portale.
Per via ereditaria, la proprietà della casa passa ai marchesi Busca.
Ubicata in via Roma angolo via Giolitti.

Meridiane

Sulle facciate del Palazzo de Capitaneis ci sono 3 meridiane a ore italiche (indicanti il sorgere e il tramonto del sole); una di queste, che si vede da via Giolitti, è stata ripristinata nel 1994 ed è possibile ancora oggi calcolare quante ore mancano al tramonto del sole semplicemente contando gli spazi in base all'ombra dello gnomone (il ferro infisso nel muro).

Affresco Deposizione di Gesù

Affresco ottocentesco rimaneggiato più volte nel corso degli anni.
Restaurato da Sara Garanzini di Magenta, rappresenta la deposizione di Gesù dalla croce con Maria e la Maddalena.
L'affresco, prima del restauro, era in pessime condizioni, il volto della Madonna cancellato e quelli di Cristo e della Maddalena in precarie condizioni.
Tornato al suo splendore è visibile in via Roma.

Cappella del Crocefisso

Dipinto sul finire degli anni '20 del Novecento dal pittore arconatese Poretti Giovanni, su commissione dell'allora parroco don Alessandro Nazeri, rappresenta la crocifissione di Cristo.
Posto all'incrocio tra la piazza Libertà e la Stradella del pane, è stato restaurato dal pittore di Arconate Giorgio Tosi nel 1987.

Dipinto Madonna dell'Uva

Il dipinto della Madonna dell'uva si trova sulla facciata di una casa in via Stradella del pane, dove, nell'Ottocento, esisteva un'osteria.
Dipinto nel 2001 dai pittori A. Schifani e G. Grassi, ricorda l'importanza dei vigneti e della produzione di vino nel nostro paese, un tempo assai diffusi nel territorio, tanto che ancora oggi si dice "vado alla vigna", cioè "vado nei campi"; i vigneti sono scomparsi a fine '800 a causa della filossera e della peronospora (parassiti). Dopo la loro scomparsa, numerose osterie di Arconate chiusero i battenti.

Dipinto Madonna di Caravaggio

Dipinto raffigurante la Madonna di Caravaggio, di epoca incerta, si trova su un muro di una casa in vicolo Cassani.
Foto storiche ne evidenziano la presenza già nella prima metà del '900, a testimonianza della devozione alla Madonna.
È stato restaurato dal pittore arconatese Giorgio Tosi, ma attualmente è in stato di degrado.

A Gesa Madona - Santuario

La chiesa risale al 1616, costruita al posto di una preesistente cappellina di epoca medievale dedicata alla Madonna, la cui parte in muratura affrescata è stata trasportata all'interno e attualmente si trova sopra l'altare della chiesa: "La Madonna del latte".
Verso la metà del '700 è stato posizionato un nuovo altare (quello attuale), alle cui spalle si allunga un vasto coro con un dipinto rappresentante la Sacra Famiglia, datato 1749, sullo sfondo.
Esiste un disegno sottoscritto dal marchese Galeazzo Arconati datato 1767, che ne ha finanziato l'opera. Dietro l'altare è situata la cosiddetta Madonna bruna o Madonna del Rosario, statua di legno dipinto risalente al '700.
Nella chiesa si trovano anche due quadri ad olio: uno probabilmente del '500, La Sacra Famiglia, e l'altro dell'800 raffigurante una Madonna con Bambino.
Sotto il pavimento, vicino all'ingresso, è sepolta Teresa Busca, morta ad Arconate all'età di 13 anni, una lapide sul muro.
Un'altra lapide marmorea ricorda Carlo Arconati, figlio di Giuseppe e Costanza, morto all'età di 21 anni e sepolto a Gaasbeek (Belgio). Nella parte alta del monumento, un medaglione lo raffigura con lo stemma di famiglia.
Sopra la porta d'ingresso si trova l'organo, acquistato dalla chiesa di Santo Stefano della Pieve di Gallarate e qui portato nel 1801, ma realizzato nella seconda metà del '600.
Restaurato nel 1992, fa parte degli Antichi organi del Milanese.
Originariamente, la piccola chiesa si chiamava Oratorio di Santa Maria delle Grazie; intorno al 1970 è stata dichiarata Santuario e intitolata a Mariae Nascenti (la statua di Maria Bambina è presente nel Santuario).
A tutti gli arconatesi la chiesetta è nota come "a Gesa Madona": la chiesa Madonna.

Cappella Arconati

Costruita nel cimitero di Arconate intorno alla metà dell'800 per volere del Marchese Giuseppe Arconati, su progetto dell'arch. Emilio Alemagna, la Cappella è in stile "Bisantina architettura", come definita dallo stesso progettista. È in marmo policromo con un pregevole mosaico in oro sulla facciata anteriore. Visibile anche lo stemma della famiglia Arconati: 5 punti d'oro e 4 d'azzurro.
Nella cripta, che si apre davanti all'altare, sono conservate le spoglie del Marchese Giuseppe Arconati, della moglie Costanza Trotti Bentivoglio e del figlio Giammartino Arconati. La coppia aveva altri due figli: Carlo nato a Milano il 28/12/1818, morto e sepolto a Gaasbeek il 9/06/1839, Lorenzo nato e morto a Parigi nel febbraio del 1820. All'interno della cappella, meritevole di attenzione, è la lapide scritta e firmata dall'amico di famiglia Alessandro Manzoni per la marchesa Costanza.

Monumento Stanislao Taverna

Monumento funebre in stile barocco imperiale costruito nel 1838 a confine con quello che un tempo era il limite del cimitero.
Custodisce le spoglie del conte monsignor Stanislao Taverna, mitrato della chiesa metro-politana del Duomo di Milano.
"A pace e memoria del conte Stanislao Taverna che, memore dei suoi avi, eguagliò ed accrebbe l'antica fama della sua stirpe nel patrocinio delle arti e nella generosità presente e preveggente verso i bisognosi. Questo monumento è innalzato qui dove egli volle fosse posto a cura di G. biffi, suo segretario. Anno 1838"

Fossato del Panperduto

Il fossato del Panperduto (anno 1152) è ciò che di più antico esiste ancora ad Arconate. Il Fossato ha inizio a Tornavento, presso il Ponte sul Ticino, e si dirige verso Castano Primo, Buscate e, a sud, Arconate; qui termina il suo percorso nelle campagne a confine con Busto Garolfo.
Del tracciato lungo 13 Km rimangono pochi tratti visibili. Ad Arconate ve ne sono due, uno a ovest al confine col territorio di Buscate, l'altro a est in fondo alla via che da esso prende il nome.
Secondo documenti storici, lo scavo del fossato fu iniziato nel 1150 e avrebbe dovuto proseguire fino al fiume Olona, nei pressi di Nerviano, ma il lavoro fu sospeso per motivi ancora ignoti.
Forse doveva servire come canale irriguo oppure, come ipotizzano alcuni documenti, sarebbe un'opera di difesa addirittura di epoca romana, con lo scopo di impedire l'invasione della Lombardia da parte dei barbari.

Medaglione di Sant'Eusebio

D.O.M. DIVO EUSEBIO EPISCOPO ET MARTIURI SACRUM Dio Ottimo Massimo (acronimo medievale) e poi il divo "Eusebio", il martire a cui è dedicata la chiesa parrocchiale.
Risalente alla vecchia chiesa parrocchiale demolita nel 1903, il medaglione si trovava, con alcune colonnine, nel cortile del caseggiato (ora demolito) all'angolo tra via 4 novembre e contrada S. Eusebio.
Medaglione e colonnine, anch'esse appartenute alla vecchia chiesa, sono ora custodite presso privati.

Monumento dedicato ad Aldo Moro

Si tratta di un busto dello statista Aldo Moro realizzato con la tecnica della fusione in bronzo con la cera persa dalla scultrice ungherese Eva Olah Arrè.
È stato inaugurato il 14 marzo 1982.